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Viaggio alla scoperta dei Monti Dauni, tra location da film e antiche leggende

Un piccolo mondo antico, dove il tempo sembra essersi fermato. Una manciata di borghi sparsi nella Puglia meno conosciuta, lontana dal flusso turistico della Valle d’Itria e del Salento. Una bellezza più intima e raccolta, che emerge anche dai piccoli gesti e dai sorrisi schietti degli abitanti, storicamente abituati al passaggio di genti e di culture differenti. Un viaggio nei Monti Dauni, protagonisti anche di vari film, è come l’incontro con un vecchio amico, che fa sentire a casa, tra suggestivi vicoletti e sorprendenti scorci panoramici, tradizioni popolari, leggende e storie locali che si tramandano di generazione in generazione.

Come l’usanza delle donne che, in vista del Carnevale, si sedevano sulle altalene poste sugli usci delle case e intonavano i canti detti “sciamboli“, cui affidavano l’espressione dei loro sentimenti, amori, speranze, frustrazioni, in bilico tra poesia e invettiva.

Biccari – Progetto di Eccellenza Monti Dauni – Photo credit Niki Dell’Anno

Il Subappennino Dauno (per chi volesse approfondire: www.visitmontidauni.it) è una piacevole scoperta per chi arriva qui, magari dalla pianura del Tavoliere oppure dalla Via Francigena del Sud, dopo aver lasciato Benevento. Una destinazione ricca di storia e cultura, che racconta di Annibale e dei romani, dei Templari e dei provenzali, di battaglie e di duelli, di streghe e di briganti. Una terra che ha affascinato anche il cinema, che ha trovato nei Monti Dauni varie location da film, spesso usate per ricostruire ambientazioni del passato, anche recente, a volte luoghi immaginari o fiabeschi, come racconta l’Agenzia di Sviluppo dei Monti Dauni “GAL Meridaunia”.

Monti Dauni location da film: da Mario Martone a Massimo Troisi

A cominciare dai castelli di Deliceto e Bovino in “Noi credevamo” (2010), film italo-francese di Mario Martone, dove sono stati ricreati gli ambienti del Bagno penale di Montefusco in Irpinia, dove vennero reclusi molti patrioti del Regno delle Due Sicilie. Premiata con il David di Donatello per il miglior film, è la storia di tre ragazzi nell’Italia risorgimentale, girata in chiave meridionalista, svelando una storia che a lungo è stata mistificata dai vincitori, come sempre accade.

I Monti Dauni nella zona di Biccari (Photo credit Azienda Agricola Checchia). Nella foto in apertura, una veduta dalla strada che porta a Biccari (Photo credit Azienda Agricola Checchia)

Sempre a Bovino nasce “Marina” (2012) di Stijn Coninx, ispirato alla vita del cantante Rocco Granata, che tratta temi come l’emigrazione, i conflitti generazionali e i problemi dell’integrazione, nella Calabria degli anni ‘50 dove il protagonista è cresciuto.

La fortezza svevo-angioina di Lucera fu scelta da Pasquale Festa Campanile per il “Soldato di Ventura” (1976), che ricreò così le mura della città di Barletta, di cui il film racconta il famoso episodio della Disfida in chiave comico-grottesca. Sempre Lucera, con la sua piazza principale e con la magnifica cattedrale, appare nel capolavoro di Massimo Troisi “Le Vie del Signore sono Finite” (1987), come location per l’immaginaria città campana di Acquasalubre, ove si svolge la storia di Camillo Pianese, barbiere antifascista, paralitico per amore.

Castello-Bovino – Progetto di Eccellenza Monti Dauni – Photo credit Niki Dell’Anno

Monti Dauni scelti anche da Michele Placido

È tutta “made in Monti Dauni” la storia raccontata da Michele Placido in “Del Perduto Amore” (1998). Anche se il film fu girato per intero in Lucania, è spirato alla vicenda di Liliana Rossi, nata a Bovino e vissuta ad Ascoli Satriano, paese natio del regista. La storia di Liliana è emblematica: comunista e cattolica, dedicò la sua breve vita al miglioramento delle condizioni di vita di donne e braccianti.

Monti Dauni tra viaggio e film: “Io non ho paura” di Gabriele Salvatores

“Io non ho paura” (2003) di Gabriele Salvatores, tratto dall’omonimo romanzo di Niccolò Ammaniti, è ambientato in Basilicata, ma sono facilmente riconoscibili i campi di grano della Valle dell’Ofanto e delle campagne di Candela, che fanno da sfondo all’atmosfera della vita contadina di fine anni ‘70.

Sant’Agata di Puglia è il borgo scelto invece per “Cattolica” (2003) di Rudolph Jula: un road movie tutto pugliese che narra la storia di due diversissimi e ritrovati fratelli alla ricerca del loro padre naturale.

“Il Tempo che Tiene” (2009) è un film di Francesco Marino ambientato nel suo paese d’origine, Volturino, soprannominato “il paese del vento”, che qui si fa davvero sentire forte. Nel film si fa riferimento anche al personaggio reale di Romanina, raccontato attraverso i ricordi degli abitanti dal documentario di Raffaele Petrone e Teresa Monaco, “La Romanina” (2012): è la storia delle discriminazioni subite da una transessuale nell’Italia di fine anni ‘60.

Castello-Deliceto – Progetto di Eccellenza Monti Dauni – Photo credit Niki Dell’Anno

I cortometraggi ambientati nei Monti Dauni

Biccari, con la sua torre, le sue vie e le cime dei Monti Dauni imbiancate dalla neve, appare nel corto “La Stagione dell’Amore” (2012) di Antonio Silvestre, mentre “Child K” (2013) è un cortometraggio di Roberto De Feo e Vito Palumbo, girato sulle sponde del Lago di Occhito nei pressi di Celenza Valfortore, che per l’occasione veste i panni della cittadina tedesca di Pomssen, dove si svolge l’incredibile storia che ci racconta gli orrori del programma nazista “Aktion T4”.

Tra le mille sfumature rossastre di cui si tinge il Subappennino Dauno in autunno c’è anche qualche tocco violaceo: sono i campi di zafferano, coltivato da alcuni produttori locali tra Biccari, Deliceto e Carapelle (Fg), come “Che zafferano” dell’Azienda Agricola Checchia (in foto)


Castello-Lucera – Progetto di Eccellenza Monti Dauni – Photo credit Niki Dell’Anno
Cattedrale Lucera – Progetto di Eccellenza Monti Dauni – credits Niki Dell’Anno
Lago di Occhito da Celenza Valfortore – Progetto di Eccellenza Monti Dauni – credits Niki Dell’Anno
Lucera – scorcio piazza duomo – Progetto di Eccellenza Monti Dauni
Sant’Agata di Puglia – Archivio Get Local

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