Festival di Cannes, location da film con i registi italiani Garrone, Moretti e Sorrentino

Tre film italiani in concorso al Festival del Cinema di Cannes. Tre film che mostrano l’Italia e… la Svizzera. “Viaggi da film” ha preparato tre itinerari di cineturismo dedicati a queste tre opere cinematografiche. Dopo aver raccontato “La Grande Bellezza” di Roma, Paolo Sorrentino mostra in “Youth” gli immensi e imponenti paesaggi della Svizzera, senza tralasciare comunque alcune belle incursioni nel nostro Paese. Se Nanni Moretti in “Mia madre” torna nell’amata Roma, è Matteo Garrone con “Il racconto dei racconti” a mostrare un’Italia poco conosciuta, così magica da non sembrare reale.

L’ITALIA FANTASTICA DI MATTEO GARRONE – L’itinerario di cineturismo legato a questo film fantasy inizia nell’elegante e suggestivo castello di Donnafugata in Sicilia, in provincia di Ragusa. E’ qui che alloggia Salma Hayek, regina di Selvascura.

Un palazzo già familiare al grande pubblico, perché ha ospitato le riprese del Commissario Montalbano. Incastonato nella macchia mediterranea iblea e recentemente restaurato, è un luogo simbolo dei fasti dell’aristocrazia ottocentesca siciliana. Nel labirinto in pietra a secco Garrone ha girato la scena in cui l’attrice messicana in un abito di broccato rosso che insegue il figlio Elias.

© Turismo Regione Sicilia 
© Turismo Regione Sicilia 

Un altro gioiello architettonico scelto da Garrone è Castel Del Monte, in Puglia, teatro delle spettacolari riprese per la storia del re di Altomonte, Toby Jones, e della figlia Bebe Cave. Questa fortezza ottagonale è stata fatta costruire nel XIII secolo dall’imperatore Federico II: si trova nel comune di Andria, in provincia di Barletta-Andria-Trani. Dall’alto della collina potete dominare il paesaggio delle Murge occidentali. E’ patrimonio dell’umanità dell’UNESCO dal 1996.

© Maria Carla Rota, 2014
© Maria Carla Rota, 2014

Meno note sono le altre location fantastiche scelte per il film: dalle Gole dell’Alcantara in Sicilia, vicino Taormina, all’interno di un parco botanico e geologico visitabile, al Bosco del Sasseto nell’alto Lazio, vicino ad Acquapendente, anche in questi caso visitabile. C’è poi il castello di Gioia del Colle, in provincia di Bari, oggi museo, e il castello di Sammezzato, vicino a Firenze, aperto al pubblico solo occasionalmente.

Infine, alcune scene sono state girate a Palazzo Chigi di Ariccia, già location per molti film italiani tra cui buona parte del film “Il gattopardo” di Luchino Visconti, e nel paesino di tufo di Cave, vicino a Roma, quello dove abitano le due vecchie che nell’opera di Garrone vogliono tornare giovani.

© Palazzo Chigi, Ariccia
© Palazzo Chigi, Ariccia
© Palazzo Chigi, Ariccia
© Palazzo Chigi, Ariccia

LA ROMA DI NANNI MORETTI – Sempre e solo Roma. Nanni Moretti sceglie di nuovo la capitale come location del suo ultimo film “Mia madre”. Una pellicola molto intimista che si svolge principalmente in interni architettonici e psicologici ma che non rinuncia a qualche esterna carica di significati. La sequenza realizzata all’esterno del cinema Capranichetta appartiene infatti ai ricordi personali del regista. Di passaggio a piazza Montecitorio, la protagonista della storia, la regista Margherita, interpretata da Margherita Buy, si imbatte in una lunghissima fila di spettatori in attesa di entrare al cinema per vedere “Il cielo sopra Berlino” di Wim Wenders. Film che uscì realmente al Capranichetta nel 1987 e restò in programmazione in esclusiva per mesi, trasformandosi in un autentico caso. La fila davanti alla sala quindi, sebbene meno chilometrica di quanto appare in Mia madre, è cronaca vera.

Una scena del film “Mia madre”

Altre location romane di “Mia madre” sono il capolinea degli autobus di piazza Mancini, dove la regista Margherita ha deciso di girare una importante sequenza del suo film, e la strada dove sbuca la scalinata di viale Glorioso, che nel film Margherita e l’ex marito utilizzano per impartire le prime lezioni di guida del motorino alla figlia adolescente Livia.

C’è un’altra scena dove Margherita, accompagnata dai suoi più stretti assistenti, compie un sopralluogo notturno nei pressi del ministero del Lavoro. Alle spalle degli attori appare una imponente costruzione ministeriale, ma in realtà si tratta del dicastero delle infrastrutture di Porta Pia.

Poi c’è Montesacro, nella struttura abbandonata del Politecnico di Stato di via Gottardo. Qui sono state realizzate le scene della mensa aziendale e della terrazza dove i protagonisti si incontrano alla fine della lavorazione del film di Margherita. Le sequenze della fabbrica sono state girate in realtà in due strutture: una litografia sulla Tiburtina e una cartiera di Pomezia. L’ospedale dove è ricoverata Ada, l’anziana madre di Margherita e di suo fratello Giovanni, interpretato da Moretti, è stata invece girata al Forlanini.

La Roma inedita e autentica di Nanni Moretti è raccontata in un libro: “Viaggio a Roma con Nanni Moretti” di Paolo Di Paolo e Giorgio Biferali (Lozzi Publishing, 170 pp., 12 euro). I quartieri attraversati dal vespino di “Caro diario”, le panchine di Villa Pamphili in “Ecce Bombo”, il cortile di palazzo Farnese riadattato a campo di pallavolo in “Habemus Papam”, la camera-car sulla Roma-Fiumicino nella scena più divertente di “Mia madre”, con un John Turturro affacciato al finestrino a declamare i nomi dei grandi registi italiani. Il libro non è solo una guida cult nei luoghi del grande regista ma è anche un affettuoso omaggio al cinema di Moretti e al cinema romano tout court e si chiude con una lunga intervista al regista.

© Maria Carla Rota, 2010

LA SVIZZERA DI SORRENTINO – Dalla Roma decadente de “La grande bellezza” alla bellezza senza età delle alpi svizzere in “Youth” (La giovinezza). L’ultimo film di Paolo Sorrentino è girato quasi interamente in Svizzera: 42 giorni su circa 50 di riprese. Prima a Flims, poi a Davos. Per il resto brevi scene a Roma, Venezia e Londra.

Fred e Mick (Michael Caine e Harvey Keitel) sono due vecchi amici alla soglia degli ottant’anni che decidono di trascorrere una vacanza primaverile in un albergo ai piedi delle Alpi. E’ lo Schatzalp Hotel di Davos, lo stesso della Montagna incantata di Thomas Mann, dove il protagonista Hans Castorp si cura un’affezione bronchiale come accadde nella realtà alla moglie dello scrittore, Katia. L’albergo si trova in una posizione molto suggestiva, su una terrazza soleggiata da cui si vede tutta la vallata, originariamente era un sanatorio di lusso (Berghof), inaugurato nel 1900 e poi convertito in hotel di montagna, mantenendo fascino rétro e atmosfera da Belle Époque, in stile Art nouveau. L’architettura è conservata nel suo stato originale. La funicolare costruita nella stessa epoca è tuttora operativa.

© Schatzalp Hotel, Davos
© Schatzalp Hotel, Davos
© Schatzalp Hotel, Davos

Agli inizi del secolo scorso era il luogo dove la clientela internazionale affetta dalla tubercolosi andava a soggiornare potendosi permettere cure esclusive. Il sole era di un’importanza vitale sul piano terapeutico, ragion per cui l’edificio è orientato a sud. Questa facciata lunga un centinaio di metri presenta una successione di terrazze protette dal vento: qui, sulle leggendarie sedie a sdraio gialle, erano distesi i pazienti imbacuccati nelle loro coperte, a godersi il sole e l’aria salubre di montagna. I progressi della medicina hanno poi portato alla chiusura del sanatorio negli anni ’50.

Una scena di “Youth”

Ma a partire dall’anno 1954, al termine di un accurato intervento di ristrutturazione, lo Schatzalp riapre i battenti come hotel con 92 camere. La costruzione ha conservato molto dell’edificio originale, come l’impianto dell’ascensore del 1900. L’interno si distingue per le vaste sale in stile Art nouveau e per l’allestimento che integra in parte le storiche terme.

E’ proprio questa atmosfera, densa di fumi di saune e bagni turchi, in cui i due protagonisti del film di Sorrentino immersi nelle vasche termali ammirano le curve di Madalina Ghenea, il cui lato B campeggia nel cartellone del film.

Indimenticabile, tra le location italiane del film, la scena girata in notturna in Piazza San Marco a Venezia, con il protagonista che cammina sulla passerella mentre l’acqua alta inizia a salire fino a sopraffarlo e a farlo risvegliare dal sogno-incubo.

© Maria Carla Rota, 2013
© Maria Carla Rota, 2011

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